Dopo il successo di Castel dell’Aquila, Classinscena approda ad Avigliano Umbro

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa redatto dal regista Massimo Manini, inerente gli spettacoli del progetto Classinscena: il primo dei quattro appuntamenti andrà in scena stasera, 5 Giugno 2018, presso il teatro comunale di Avigliano Umbro.

“Comincia con lo spettacolo di questa sera, il primo dei quattro appuntamenti previsti riguardanti la rassegna di teatro Classinscena. Alle 21.00 infatti, presso il Teatro Comunale di Avigliano Umbro, verrà portato in scena lo spettacolo “Storia di gatti e topi che divennero amici”, rivisitazione in chiave moderna dell’opera letteraria di Luis Sepulveda “Storia di un gatto e di un topo che diventò suo amico”.

La storia, quella originale, narra di un gatto di nome Mix e del suo padroncino, un bambino di nome Max. Mix, come tutti i gatti, si arrampica sui tetti, ma visto che ormai ha raggiunto una certa età ed è diventato cieco, trascorre le giornate in solitudine nell’attesa del rientro del suo padrone, facendo la guardia alla dispensa.Un giorno, mentre dorme, sente dei passetti leggeri muoversi nella stanza: è un topo che va dritto dritto a minacciare le sue scorte di cibo. Con una zampa immobilizza il topino, ed anziché ucciderlo, inizia a conversarci, fino ad acconsentire che il topo possa mangiare il müesli che a lui tanto piace. I due diventano amici, tanto che il topo esterna al gatto la sua tristezza più grande, ovvero quella di non possedere un nome. La profonda amicizia scaturita tra i due, porta il piccolo topo a intenerirsi di fronte alla cecità del gatto, al punto che, gli sarà sempre a fianco descrivendo i paesaggi circostanti che dall’alto dei tetti i due osserveranno.

Prerogativa del progetto Classinscena, è quello di leggere le opere letterarie, capirle, per poi smontarle e rimontarle secondo le necessità della classe. E così la storia di Sepulveda, è diventata il pretesto per aprire ampie discussioni, che a partire dall’antico rapporto conflittuale tra gatto e topo, si è arrivati a parlare dei conflitti tra i popoli, tra gli uomini, e quelli più vicini ai ragazzi, tra “maschi e maschi” e tra “maschi e femmine”. Ne è uscito un percorso straordinario che ha portatoi ragazzi a scrivere tante possibili versioni di una probabile messinscena, fino a produrre quella che poi abbiamo scelto: quella che il pubblico avrà modo di vedere stasera, ambientata in un piccolo fast-food, in cui, tra camerieri e cameriere, compaiono un gruppo di ingenui ragazzi, un gruppo di più mature e sveglie ragazzine, un manipolo di bulli e 4 ladri. Non c’è solo tutta la storia originale, in questa rivisitazione: c’è tanto, tanto di più.

C’è il lavoro dei ragazzi, che anno dopo anno, lavorano sempre meglio e con dei tempi sempre più contenuti. C’è tanta lettura, tanta rielaborazione, ma soprattutto tanta scrittura: instancabile. E questi risultati non vengono a caso ma sono sicuramente il frutto di un progetto, di altissima qualità, che da 12 anni a questa parte, ha cambiato fortemente il volto di un territorio, ridisegnando il modo e il pensiero di lavorare “creativamente” sul teatro (e il cinema col progetto Cineciak) come mai è stato fatto prima.

Un progetto che in dodici anni si è sviluppato ed espanso, e il cui valore è ormai riconosciuto da tecnici ed esperti di settore. Prova ne è, che quest’anno Classinscena, è arrivato ad Orvieto, nel più prestigioso Istituto di questa città: il Signorelli. Un riconoscimento che conferma ancora una volta la validità di questo lavoro che non finisce mai di stupire e che ha ancora tanto da dire, ma soprattutto da dare. Sono arrivate infatti anche richieste di consulenza e collaborazione da alcuni istituti di Parma e Reggio Emilia, soprattutto per ciò che riguarda il lavoro nelle scuole dell’infanzia: territori, quelli emiliani, in cui regna Reggio Children, la Fondazione più famosa nel mondo, che è il riferimento propedeutico ed educativo per tutte le scuole dell’infanzia di tutti i continenti.

Un riconoscimento questo che conferma ancora una volta la validità di questo lavoro che non finisce mai di stupire e che ha ancora tanto da dire, ma soprattutto da dare alla comunità in cui è nato, colmando quelle lacune che consentono ai ragazzi di crescere al pari dei loro coetanei, che vivono nelle grandi città. Un lavoro capillare sulla comunità, ma prima ancora sul singolo individuo, che è reso possibile grazie alla collaborazione delle insegnanti, oltre a quello dell’Amministrazione Comunale che credendo in esso lo finanzia fin dalle sue origini: e all’Istituto Comprensivo di Montecastrilli, di cui il plesso di Avigliano Umbro fa parte.”

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