Avigliano Umbro,2 Giugno 2025 , Oggi a 79 anni di distanza si celebra la festa nazionale della Repubblica ; il 2 Giugno del 1946 con una affluenza inaspettata ma, forse non troppo, gli italiani con un referendum eliminarono la monarchia e passarono alla Repubblica. Fu veramente una grande conquista per il paese che doveva riprendersi dal ventennio fascista e costruire una nuova identità.
LA RICOSTRUZIONE il nostro paese dopo i trattati di Parigi 1947 ( gli accordi a conclusione del secondo conflitto) che videro pesanti soluzioni per l’ Italia con la perdita di diversi territori, doveva ripartire ed attuare un processo di rinascita per cui gli storici definiscono questa fase come un secondo Risorgimento ossia la presa di coscienza degli errori precedenti ed il desiderio di cambiamento necessario per essere una nazione credibile.
SPIRAGLI le direttive per mettere in atto il cambiamento c’ erano e si concentrarono in due direzioni : l’ Europeismo e l’ allineamento filo occidentale. Le radici dell’ Europa si trovano ben delineate nel Manifesto di Ventotene 1941, redatto da Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, oppositori del regime, furono spediti al confino ed elaborarono il progetto di una Europa libera ed unita , dotata di un parlamento e di un regime democratico; per la ricostruzione fu necessario aprirsi alla politica degli Usa che elargirono finanziamenti attraverso il piano Marshall 1947, era anche un allineamento di fatto ideologico in nome degli ideali di libertà e democrazia propri degli Usa contro la prospettiva sovietica di Stalin. Fu il democristiano Alcide de Gasperi a volere le due linee sopra citare per consentire al paese di svoltare. Non fu così immediato il mutamento perché ciò che andava fatto era rinnegare e processare pubblicamente il regime fascista con tutti i suoi apparati, la mancata Norimberga italiana , ci ha inchiodato ad un immobilismo sociale e culturale che poi pagheremo con gli anni di piombo.
CHI SIAMO la nostra natura è chiara, dal referendum siamo una repubblica con un sistema di separazione dei poteri con al centro il popolo che ha il diritto di voto. Non dimentichiamo questa grande conquista raggiunta con il sangue e la perdita di tante vite. Oggi la disaffezione per la politica o meglio per i politici ci porta ad assentarci alle urne senza capire il danno che arrechiamo alla nostra democrazia; il voto è fondamentale per fare sentire la nostra voce per pungolare continuamente chi governa e che spesso perde di vista la prospettiva del bene comune, unico valore e senso di fare politica.