“Gratta gratta amico mio” Cos'è il MES e perché, secondo l'opposizione, il governo Conte dovrebbe pensarci due volte prima di firmare questo accordo europeo

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6 dicembre 2019 – E se a “grattare” fosse lo Stato stesso? Di questo ha paura l’opposizione, ovvero di quello che fece fra il 9 ed il 10 luglio del 1992 il governo Amato: un prelievo forzoso, che in quel caso fu del 6 per mille. Ma le paure dell’opposizione sono realmente fondate? E poi, cosa sarebbe il MES che tutti nominano e che rischia di destabilizzare non solo i rapporti fra PD e Movimento 5 Stelle ma anche quelli fra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte stessi?

Il MES Si tratta innanzitutto di un acronimo che sta per Meccanismo Europeo di Stabilità ed è anche conosciuto come Fondo Salva-Stati. È la traduzione italiana di European Stability Mechanism (ESM) ed è sostanzialmente un meccanismo di stabilizzazione finanziaria entrato in vigore nel 2012 per poter rispondere ai problemi derivati dalla crisi del debito sovrano nell’Eurozona. Il MES ha sostituito il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria ed il suo obiettivo è quello di poter prestare assistenza agli Stati che si trovino in difficoltà. Questi aiuti arriveranno, però, solo con il rispetto di alcune rigide condizioni. Il capitale del MES è di circa 700 miliardi di euro. L’Italia vi partecipa per un 18% del capitale.

La riforma Nel giugno scorso i Paesi membri dell’UE hanno trovato un accordo politico su di una serie di correzioni da apportare al Fondo e la ratifica finale è attesa proprio per questo mese di dicembre. Per poter entrare in vigore, però, i parlamenti dei singoli stati europei devono dare l’ok a tale riforma. Per essere approvata, infatti, vi deve essere il consenso unanime di tutti i Paesi firmatari del MES, altrimenti l’accordo salterebbe. Nelle novità della riforma si trovano sia la possibilità di poter prestare soldi anche a enti bancari in difficoltà sia l’obbligo per gli stati di emettere un nuovo tipo di titoli di debito pubblico più facili da poter sottoporre a ristrutturazione (questa seconda novità potrebbe portare ad un aumento dei tassi di interesse richiesti sui titoli di stato di paesi altamente indebitati come l’Italia).

La paura La paura dell’opposizione italiana è quella che il Fondo, con la sua riforma, passi da essere un fondo salva-stati ad essere un fondo salva-banche, andando ad aiutare principalmente quelle francesi e tedesche con i soldi, però, delle tasche degli italiani. Ed è poi subito scattato il grido di “alto tradimento” nei confronti del Premier Giuseppe Conte per aver firmato un accordo capestro nei confronti del popolo italiano. La risposta del presidente del consiglio a queste accuse infamanti, non si è di certo fatta attendere e Conte ha ben specificato sia che ancora non è stato firmato nulla sia che l’opposizione sta facendo del terrorismo mediatico, specialmente quella opposizione che era con lui al governo quando la riforma del MES era stata ipotizzata in via preliminare (con chi era al governo Conte lo scorso giugno?).

Opposizione nel governo Le critiche all’aggiornamento del MES provengono però anche dalla stessa maggioranza, con Di Maio che si oppone fermamente ad una approvazione a scatola chiusa, suscitando quindi le ire e le proteste di Conte e del Partito Democratico. E qui molti si domandando, e forse a ragione: “ma Di Maio sta con l’attuale governo oppure gli ritorna ancora in mente la sua passata esperienza con Salvini?”. Quanto tempo durerà ancora il patto PD/M5S?

Ci pensa l’UE A mettere un punto fermo alla questione sul MES ci ha pensato, alla fine, l’Europa, la quale ha deciso (nella notte fra il 4 ed il 5 dicembre) di rinviare a gennaio 2020 l’approvazione della riforma del MES. Scelta apprezzata, per ora, dal governo italiano, il quale sta smettendo nuovamente di litigare per tornare a fare la pace. Il litigio riprenderà però a gennaio?

Musica musica Può essere uno stato o una unione di stati a “grattare” nel caso vi sia il bisogno impellente di denaro? Ci può essere davvero la paura di un nuovo prelievo forzoso all’interno dei conti correnti degli italiani? Lasciamo le risposte a queste domande più grandi di noi ai nostri capi politici (riponendo molta fiducia in loro) e chiudiamo dicendo che per questo tema non potevamo che scegliere il brano “Gratta gratta amico mio”, dalla colonna sonora del film “Il furto è l’anima del commercio” (Bruno Corbucci, 1971). Incisa originariamente da Fred Bongusto, noi vi proponiamo la versione del coautore Franco Califano, il quale incise questo brano all’interno del suo primo LP “’N bastardo venuto dar sud”. L’arrangiamento è curato dal Maestro Gianfranco Lombardi.

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