In manette uno spacciatore di droga: riforniva le zone di Montecastrilli, Avigliano e San Gemini L'operazione dei Carabinieri di Amelia nel dettaglio

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SAN GEMINI – 31 luglio 2021 – Le indagini avviate dai Carabinieri di Amelia a seguito del decesso di un giovane sul finire del 2020 hanno consentito di accertare che la zona compresa tra i Comuni di Montecastrilli, Avigliano e San Gemini veniva rifornita, per lo spaccio di sostanze stupefacenti, da un trentaseienne di origini romane che si era trasferito a San Gemini. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile del Comando Compagnia di Amelia, insieme a quelli del Comando Stazione di San Gemini, per un determinato periodo di tempo hanno osservato i movimenti ed i comportamenti dell’uomo.

Il controllo e l’arresto Il 27 aprile scorso, all’esito di un controllo, i militari con l’ausilio dei Carabinieri Forestali di Amelia, intervenivano presso l’abitazione del romano già noto alle Forze dell’ordine, e nel corso di una perquisizione trovavano 150 grammi di cocaina e quasi 7mila euro in contanti, provento della fiorente attività di spaccio di droga. Lo stupefacente veniva recuperato in un fosso della zona boschiva adiacente l’abitazione, ben nascosto all’interno di un secchiello sotterrato. Il 36enne veniva così tratto in arresto. A seguito dell’arresto, il Magistrato di Sorveglianza di Spoleto applicava conseguentemente la custodia in carcere per una pena residua da scontare.

Sequestrati beni derivanti dall’attività di spaccio Le attività dei Carabinieri, tuttavia, non si sono concluse. I militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Amelia hanno intrapreso una serie di accertamenti patrimoniali infierendo un altro colpo al pusher romano. L’uomo, benché’ disoccupato, nel giro di 14 mesi era riuscito ad acquistare un’autovettura Audi A3 ed una motocicletta Harley-Davidson (per un valore complessivamente di circa 24mila euro). Tali mezzi, oltre ad essere risultati acquistati con denaro prodotto dei proventi dello spaccio, venivano quotidianamente utilizzati, dallo spacciatore, per raggiungere i suoi acquirenti. Per tali ragioni entrambi venivano posti, con l’avallo della competente Autorità Giudiziaria, sotto sequestro al fine di valutarne la confisca da parte dell’erario.

 

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