
La storia del percussionista aviglianese Alessandro Beco: dal maestro Muti a Brian Eno Il racconto della sua vita quotidiana a Tartu: "Un caloroso saluti a tutti quelli che mi sostengono"
AVIGLIANO UMBRO -31 gennaio 2025- Ho l’onore di riprendere e di riscrivere un articolo per la rubrica “Un aviglianese DOC”.
Con immenso piacere ho realizzato un’intervista ad Alessandro Beco, apprezzato musicista e percussionista aviglianese, che sta continuando la sua grande carriera in giro per il mondo, a suon di successi.
La storia Ci eravamo lasciati nel 2021 con il Maestro Muti e l’orchestra Cherubini.https://www.aviglianonews.it/intervista-al-percussionista-alessandro-beco-porto-avigliano-nel-cuore-un-onore-lavorare-con-il-maestro-muti/
Adesso per Alessandro Beco si sono aperte altre porte e di che tinta: quella di Brian Eno, per esempio, storico e affermatissimo produttore musicale. E’ lui che ha lanciato sul palcoscenico mondiale gli U2, ma anche altri artisti molto importanti come ad esempio David Bowie sono stati al suo fianco. Ma andiamo con ordine, partendo dal suo attuale luogo di residenza.
Vivi e stai lavorando a Tartu in Estonia, città nominata capitale della cultura nello scorso anno, 2024, a due passi dal confine con la Russia. Come mai questa scelta?
“In realtà, poco dopo l’ultima nostra chiacchierata, ho affrontato due concorsi dove sono risultato vincitore: un praktikum nell’orchestra della città di Ostrava (Repubblica Ceca) e un contratto per il teatro Vanemuine di Tartu.
Ed è così che ho deciso di imbarcarmi in quest’avventura baltica.
Devo dire, deciso ma anche con qualche timore, dovuto alla distanza ed a qualche mio sciocco pensiero, che invece questo paese europeo ha saputo far ricredere molto, molto rapidamente”.
Come è vivere e lavorare lì?
“Essendo un amante delle città a “dimensione d’uomo”, l’approccio è stato subito ottimo. La città è piccolina ma ha un grande polo universitario. Potrebbe risultare un po’ limitante ma nello stesso tempo è attiva, giovane e ricca di personalità interessanti. Purtroppo la piaga della guerra russo-ucraina sta avendo un forte impatto in questo paese, sia dal punto di vista economico che sociale. In più di due anni di scontri diretti, la tensione e la preoccupazione tra la gente è palpabile, ma devo dire che qui è sempre stato tutto estremamente sicuro. In generale, io mi sono trovato molto bene fin dall’inizio”.
Tartu capitale della cultura 2024…..
“Ci sono stati molti eventi interessanti: concerti, mostre speciali, light-shows, rassegne teatrali e festival letterari. Io ho avuto la fortuna di suonare in due tra gli eventi principali della rassegna concertistica di Tartu 2024. Con il mio teatro Vanemuine, abbiamo partecipato al “Laulupidu”, festival della canzone estone: orchestra accompagnata da 2300 ballerini e più di 300 gruppi corali, suonando di fronte ad un pubblico di più di 20.000 persone. Come musicista freelance, ho partecipato al concerto di Jacob Collier & Take6. Musicisti incredibili, artisti internazionali che non hanno bisogno di presentazioni”.
Invece l’anno precedente sei stato in tour europeo con Brian Eno, artista poliedrico, Leone d’oro alla carriera, che tra le varie collaborazioni è stato anche produttore musicale di artisti come Talking Heads, David Bowie ed U2. Come è nato e come hai vissuto il tour europeo?
“Avendo preso parte ad alcuni progetti della Baltic Sea Philarmonic diretta dal carismatico Kristjan Järvi, sono stato invitato in questo progetto ed ovviamente ho fatto di tutto per poter partecipare. E’ stato un tour incredibile in sale mozzafiato. Partito dalla consegna del Leone d’oro presso La Biennale, con concerti alla Fenice di Venezia, è proseguito poi nella Berliner Philharmonie di Berlin, La Seine Musicale di Parigi, TivoliVredenburg di Utrecht e la Royal Festival Hall di Londra. Luoghi prestigiosi e rinomati, tour un po’ stancante ma bellissimo”.
Come è stato lavorare con lui? Emozioni particolari del tour o aneddoti?
“Lui e la sua crew sono stati modelli d’esempio di professionalità e modestia, totalmente disponibili e cordiali anche fuori dal tempo di lavoro. E’ stato esattamente un “work in progress”. Abbiamo ricreato l’album “The Ship” ed alcuni dei suoi singoli più famosi, amalgamando suoni elettronici con suoni d’orchestra sinfonica, costruendo e scegliendo effetti musicali da eseguire di prova in prova, per poi eseguire tutto a memoria durante le perfomance”.
C’è qualcosa in particolare che vuoi raccontare di lui??
“Ho in realtà un aneddoto a me caro. Brian era in dubbio se includere o meno uno dei suoi brani, “And then so clear”, perché non soddisfatto del risultato generale nelle prove. Brano originariamente dolce e delicato, con l’aggiunta orchestrale non riusciva ad ottenere un equilibrio che fosse di suo gusto. Ebbene, in una delle ultime prove decisi di improvvisare, all’inizio del brano, un ritmo ostinato in un log-drum (un tamburo di legno a fessura) con non poca perplessità, e secondo me anche minimo di disappunto, del direttore. Invece, Eno fermò la prova dicendo che aveva adorato quell’effetto musicale e che voleva renderlo effettivo per tutta la durata del brano. Diventò così il brano di chiusura di ogni concerto. Alla fine del secondo concerto al teatro di Venezia, ci incrociammo dietro le quinte, mi abbracciò e mi ringraziò soddisfatto del lavoro svolto durante la preparazione del tour e di quel particolare brano. Indelebile ricordo”.
https://youtube.com/shorts/Xi8AgCNPtTo?si=YgJoYMKsyghUfZQU
Ti manca l’Italia ed Avigliano? Che cosa in particolare??
“Come detto la scorsa volta, mi piacerebbe molto ritornare per poter lavorare vicino ai luoghi e alle persone con cui sono cresciuto. Porto Melezzole ed Avigliano nel mio cuore, e sono affezionato anche alle città dove ho studiato, Terni e Parma. Sono soddisfatto e contento del mio percorso e di dove mi trovo al momento, ma poter un giorno suonare ed insegnare ad apprezzare la Musica vicino ai luoghi cari, sarebbe veramente ciò che desidero”.
Tornando al Maestro Muti e l’orchestra Cherubini, stai ancora collaborando con loro? Senti ancora i tuoi ex-colleghi?
“Sono state delle esperienze bellissime quelle con la Cherubini, dove ho imparato tantissimo su questo mestiere, conosciuto musicisti ed amici fantastici. Dall’ultima volta che ci siamo sentiti ho effettuato altre produzioni, tra cui una “Opera Academy” che è stata anche trasmessa su Rai5 lo scorso dicembre. Il mio tempo in quella magnifica orchestra giovanile è scaduto. Sono molto grato di averne fatto parte, ora è tempo di guardare avanti”.
Vuoi mandare un messaggio infine ai tanti amici aviglianesi e le persone che ti seguono?
“Le persone da ringraziare e salutare sono sempre molte e si rischia di dimenticarne sempre qualcuna, e me ne scuso in anticipo. Voglio mandare un caloroso saluto a tutti le persone che mi hanno sostenuto, e che tutt’ora mi sostengono nel mio percorso. Dagli amici del paese di sempre, che con gioia cerco di incontrare ogni qualvolta torno, alla scuola di musica del paese e la SFAU di Avigliano Umbro, che con grande dedizione continua una tradizione centenaria. Nonché Avigliano News, con il quale ho la possibilità di poter esprimere le mie piccole gioie e la mia gratitudine verso voi tutti.
Last but not the least: la mia famiglia, pilastro fondante di ogni mio passo, i miei eccellenti docenti d’accademia, in special modo Danilo Grassi, Gianluca Saveri e gli amici di Tetraktis Percussioni, Biagio Zoli; e tutti i miei compagni di studi. Musicisti eccellenti ed, ancor più importante, persone care, con cui cerco di non perdere i contatti”.