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Nelle stanze della memoria, ispirati da Vargas Classinscena, atto finale

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Si conclude stasera, giovedì 8 giugno alle ore 21.00, nelle aule della Scuola Primaria di Avigliano Umbro e per un limitato pubblico, l’undicesima edizione del progetto Classinscena.: e si conclude alla grande, con un’esperienza per lo spettatore, veramente unica. Non uno spettacolo dove il pubblico si siede in platea, ma un’opera “Nelle stanze della memoria, tra cibo e sensazioni” in cui lo spettatore diventa protagonista, con un lavoro ispirato all’opera di Enrique Vargas,uno fra i registi e ricercatori teatrali più stimolanti del panorama internazionale, colombiano.

Perché in un percorso teatrale come quello creato dalle classi 4e della scuola primaria di Avigliano Umbro, ha voluto che ogni spettatore che partecipa deve uscire dal percorso cambiato: nel corpo e nell’anima. È questa l’essenza del lavoro che parte da una ricerca e uno studio particolarmente approfondito sul cibo: sia scientifico che filosofico. Raccontarlo lo rende banale. Bisogna viverlo. Tutti i sensi mirano all’ascolto e anche i più scettici escono dalla performance trasfigurati, nel volto e nella mente, portandosi addosso la poesia e la tenerezza di un gesto.

Lo spettatore viene immerso così in questa ricerca e ne scopre la profondità usando i propri sensi in modo diverso dal solito, sollecitando il corpo: perché “Il corpo sa molto più di quello che crediamo”. E lo spettatore viene condotto in un mondo parallelo, fatto di fiabe, sogni e gioco. Si parte  da una domanda. Perché la cosa difficile è trovare quella giusta, che permetta di avvicinarsi al nostro lato oscuro, quello che conosciamo meno. L’importante non è darsi una risposta, ma riuscire a trovare la domanda personale che possa essere riconosciuta come universale da chi assiste allo spettacolo. E “assistere” non è il termine gusto: lo spettatore, infatti, è parte del processo di conoscenza, viene guidato e coccolato dagli attori e diventa esperienza stessa. Come ha sempre fatto Classinscena in questi anni: offrire tante possibilità di fare esperienze pedagogiche e artistiche uniche e mai sperimentate precedentemente: sia agli attori che agli spettatori, con l’obiettivo di fare sempre più crescere la comunità.

(si ringrazia per la collaborazione Massimo Manini)

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