“Nuove dipendenze e la comunità”… che non risponde La "Cooperativa Surgente" capitanata da Massimo Manini, il presidente, e le istituzioni coinvolte in una giornata che poteva avere ampio potenziale

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AVIGLIANO UMBRO – 6 ottobre 2019 – Sabato 5 ottobre al “Centro di Paleontologia Vegetale della Foresta Fossile di Dunarobba” si è svolta una serie di micro-conferenze con lo scopo di fare incontrare cittadini ed esperti per riflettere su come affrontare il problema delle dipendenze. L’evoluzione tecnologica ha infatti aperto un’era di sviluppo culminato con la possibilità di comunicare tramite reti in maniera istantanea in ogni parte del globo. Di contro internet e le nuove tecnologie hanno aperto a rischi e pericoli, che si aggiungono e amplificano i vecchi, sui quali è bene essere informati.

Saluto delle istituzioni  Il Sindaco di Avigliano Umbro, Luciano Conti, è il primo a parlare e a mostrarci il suo dispiacere, l’amministrazione si aspettava una presenza più numerosa dato l’argomento affrontato. “La giunta aveva pensato da tempo di affrontare e provare a risolvere quello che è uno dei problemi più dannosi che colpisce i giovani e i meno giovani. Avevamo intenzione di iniziare un percorso oggi e di continuarlo con il coinvolgimento delle scuole e dei genitori, che purtroppo, constatiamo, non vivono il problema che, posso assicurarvi, noi nei nostri territori abbiamo. Un problema così grande poteva essere affrontato con leggerezza, attraverso la poesia con Franco Arminio che non ci potrà essere e con persone preparate”.

Fabio Angelucci, Sindaco di Montecastrilli, nel suo benvenuto spinge sull’importanza di fare prevenzione e sui tanti rischi che tutti corriamo oltre alle conseguenze. “Le dipendenze possono prendere il sopravvento in ogni fase della vita. Il mondo delle nuove dipendenze è ampio, possiamo inserirci dentro anche quella da smartphone, che colpisce anche gli adulti. Questo porta alla scomparsa di quell’aspetto della vita sociale che è fondamentale per la nostra comunità. Necessaria è la prevenzione. Uscirne è molto più difficile. Dobbiamo coinvolgere le scuole fornendo ai ragazzi una base culturale per cercare di non farsi attrarre, ma, so che sarà anche più difficile, anche i meno giovani. Fondamentale sarà lavorare in modo congiunto tra i due comuni”.

Silvia Tiberti, Assessore del Comune di Narni, cita un’indagine svolta con “Università degli studi di Perugia”. “Per la prima volta la zona sociale, e parlo con orgoglio, quindi la classe politica locale ha avuto la forza di indagare su questa problematica. Abbiamo la percezione che i ragazzi stiano subendo dei mutamenti, che ci siano abuso di sostanze e di alcol. Per vedere se ciò è giusto siamo andati ad intercettare i ragazzi e a chiedere a loro i modi e le motivazione dell’uso degli stupefacenti. I dati saranno ufficializzati l’11 ottobre al “Festival della Sociologia”. Dall’analisi è emerso che mancano dei centri di aggregazione, il nostro obiettivo sarà lavorare con loro per crearli”.

La Preside dell’Istituto Comprensivo di Montecastrilli, Stefania Cornacchia, parla dell’impegno del suo plesso scolastico. “Le risposte ovvie sono assolutamente pericolose, le nostre probabilmente non sono nemmeno quelle giuste. La scuola cerca di lavorare sul concetto di ‘prospettiva’ inteso come andare oltre a delle visioni che sono un limite, oltre al singolo punto di vista con la capacità di essere selettivi. Il Papa cita sempre questo detto ‘un bambino non si fa da se, ma diventa ciò che è attraverso il villaggio’. Ognuno con la propria specificità deve valorizzare la comunità”.

A sedere da sinistra a destra: Silvia Tiberti, Luciano Conti, Fabio Angelucci, Stefania Cornacchia. In piedi, Massimo Manini e Rachele Cavani.

Gli incontri La manifestazione è poi cominciata ed è durata per quasi tutta la giornata. Un convegno piacevole nonostante la crudezza dell’argomento, allietato da due pause, una piccola colazione ed un pranzo. Ogni esperto ha presentato le proprie idee e le proprie esperienze personali derivate dal coinvolgimento quotidiano con pazienti e familiari. Era facile e pericoloso cadere nel banale o generalizzare, ciò non è successo dato anche l’elevato valore dei coinvolti.

I professionisti intervenuti: la dott.ssa Chiara Mantovani (psicologa Ser.D. U.S.L. Umbria 2), la dott.ssa Valeria Migliola (psicologa U.S.L. Umbria 2), la dott.ssa Barbara Romano (psicologa Cooperativa C.I.P.S.S.), il dott. Mauro Pacini (dirigente psicologo unità complessa neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza dell’U.S.L. Umbria 2) e la dott.ssa Marisa Sensini (psicologa e psicoterapeuta, direttore tecnico della Cooperativa C.I.P.S.S.). Presente anche Don Piero Grassi (parroco di Avigliano, da sempre molto attento al tema delle dipendenze).

Come redazione siamo rammaricati dall’assenza del poeta Franco Arminio per problemi di salute. Una menzione speciale per Barbara Romano che ha voluto portare domande più che risposte. Citiamo un pezzo molto interessante: “Spesso i media ci danno informazioni che causano allarmismo, questo esaspera la percezione del fenomeno, ci impedisce di rimanere esplorativi. Se il 34% dei 19enni ha usato per almeno una volta una sostanza, il 34% dei giovani non arriva nei servizi o in cura, non sviluppa una patologia. Questo è importante, non per legittimarne l’uso. Dire che c’è una crisi di comunicazione è sbagliato, c’è una crisi di comunicazione tra generazioni. Non riusciremo mai a vietarne l’uso, l’adolescente è portato a cercare il piacere, il rischio, la trasgressione, quello che noi adulti possiamo fare è fare in modo che non sia l’unico luogo dove affrontano il compito della crescita”.

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