Un papa presente nella Divina Commedia, un santo e molto altro La vera storia di Sismano narrata dalla marchesa Ginevra Sanminiatelli

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Alla scoperta della storia di Sismano. Proprio così, quello narrato in questo articolo sarà un viaggio pieno di racconti, in grado in qualche modo di far capire come è nata questa frazione di Avigliano Umbro.

ginevra-samminiatelli-la-marchesa-di-sismanoLa nostra guida sarà la marchesa Ginevra Sanminiatelli (nella foto a sinistra), l’unico nobile ancora presente sul territorio che ci narrerà degli aneddoti sul castello e su molto altro. Una pagina di storia importante, da valorizzare e tramandare a tutte le generazioni.

Come è nato il Castello di Sismano? Ci racconta: “Sismano sorse nel Medioevo come una delle torri a guardia di Todi: c’erano 21 torri di guardia detti i “fuochi” intorno a Todi, uno di questi era sicuramente il Castello, ma non solo: in quel periodo la faceva da padrona il castello di  Civitella, che per la sua importanza strategica, era in grado di comunicare con Cesi, Melezzole (e quindi Orvieto), Cesi, e per l’appunto Todi. Civitella, quindi, in quel periodo superava Sismano in quanto a importanza: c’erano 8 chiese, e poi alla base della collina passava la via Amerina, ancora oggi percorribile da Todi ad Amelia.

torre-sud-estNotizie storiche del castello di Sismano si hanno fin dalla fine dell’anno Mille e sappiamo che questo complesso nel 1288 venne acquistato dal cardinale Benedetto Caetani, che si compra anche tutto il territorio che circonda la frazione di Sismano. 6 anni dopo questo cardinale diventa papa Bonifacio VIII°. Quindi, Sismano, nel corso della sua lunga storia, ha avuto l’onore di ospitare anche la più importante carica religiosa dei cristiani. In questo periodo si può notare la presenza del poeta Jacopone da Todi a Sismano: il castello diventa un punto di riferimento per tutte le attività dello stato pontificio. Bonifacio VIII° fu il papa che istituì il Giubileo (nel 1300): tuttavia la sua figura è controversa, tanto che fu accusato di simonia (vendita di cariche ecclesiastiche in cambio di denaro e favori personali), tanto da essere inserito dal poeta Dante Alighieri nell’inferno nei canti XIX e XXIII.

Si passa poi al periodo della lotta tra i Guelfi e i Ghibellini. Ad Acquasparta ci sono i guelfi, mentre a Todi ci sono i ghibellini. E’ chiaro che il castello di Sismano diventa oggetto di attacco da parte dei guelfi di Acquasparta e viene distrutto molte volte. Tuttavia, si cerca di fortificare le difese: ancor oggi dopo l’arco di entrata al castello, si possono trovare dei muri di cinta che servivano a respingere gli assalitori.

Nella prima metà del ‘400 il castello cambia proprietario: i nuovi padroni sono gli Atti, famiglia di feudatari che hanno a disposizione un territorio di vastissime dimensioni che comprende Todi (di cui faceva parte Sismano), Santa Restituta Rosaro e Casigliano. Protagonista il nobile Ludovico Sforza, che però ha un grosso problema: non ha i soldi per mantenere il suo esercito. E così sposa Cecilia Sforza, la nipote del duca di Milano. I matrimoni ‘combinati’ nel Medioevo servivano per dirimere molte questioni. Anche questa è risolta: Ludovico degli Atti prova a garantirsi così un passaggio sicuro da Ravenna a Roma, un luogo in cui può transitare con i suoi militari senza essere attaccato da nessuno.
arco-con-stemmi-del-castello-di-aviglianoGli stemmi degli Sforza, degli Atti e di Bonifacio VIII° sono ben visibili nell’arco (vedi foto a sinistra) che si trova verso la fine della salita del castello che porta in direzione della chiesa.

E veniamo al 1600. Succede che gli Atti vengono scomunicati dal papa e tutte le loro terre vengono confiscate. Il 10 aprile del  1607 Bartolomeo Corsini acquista il feudo di Sismano e Civitella dal Vaticano e da allora ad oggi questa famiglia ha cercato di fare del castello di Sismano e di tutto il territorio di Sismano, una vera eccellenza umbra.  E qui la storia finisce, perché da lì in poi non ci sono stati altri ‘proprietari’.

I principi Corsini costruiscono tutto quello che c’è intorno a Sismano anche adesso: la fattoria, nel corso degli anni, diventa il fulcro dell’economia. Nelle casette intorno al castello dimorano gli ‘operai’: il maniscalco, i pastori, i muratori e gli artigiani, tutti fanno parte del borgo.

Un santo a Sismano: si tratta del vescovo Andrea Corsini vissuto nel 1300, e che nel 1629 viene beatificato da papa Urbano VIII°. Nel 1635 viene inaugurata la bella chiesa barocca, che sorge in cima alla salita del castello.

Dopo aver comprato Sismano, i Corsini acquisiscono anche le fortezze di Casigliano e Titignano. L’agricoltura, così, in queste zone, prende vigore grazie soprattutto alla coltivazione del grano. C’è di più, la fattoria di Sismano diventa il più importante fornitore di traversine in legno per le ferrovie dello stato.

parte-castello-di-sismanoAndando quasi ai giorni nostri, il castello di Sismano non viene bombardato nelle due guerre mondiali: purtroppo, però, nella Prima Guerra mondiale, diversi ragazzi che abitavano a Sismano, sono partiti per il fronte e  non sono più tornati. Non a caso c’è una targa dedicata ai caduti presente davanti alla porta d’ingresso della fortezza.

Purtroppo, però, nei mesi subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ad opera di bande di sciacalli vengono perpetrate vere e proprie ‘razzie’ che hanno saccheggiato il castello e la chiesa portando via opere d’arte e di valore e ‘facendo molti danni’”.

(n.b. ringrazio la marchesa Ginevra Sanminiatelli per l’intervista e per avermi inviato alcune foto del castello di Sismano che ho inserito nell’articolo)

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