“Appunti e note per un film”: la storia di Mario Finzi in scena al teatro di Avigliano

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AVIGLIANO UMBRO – 20 ottobre 2018 – Una serata in teatro dedicata alla memoria di Mario Finzi, musicista ebreo e giovane eroe bolognese. L’evento si terrà questa sera, Sabato 20 ottobre 2018 alle ore 21 presso il teatro comunale di Avigliano Umbro. Di seguito, il comunicato di Massimo Manini, regista e autore dello spettacolo.

“SUL PALCO DEL TEATRO DI AVIGLIANO UMBRO, GLI “APPUNTI PER UN FILM” GIRATI CON LA GENTE DEL POSTO

Questa sera, alle ore 21.00, nel Teatro di Avigliano Umbro, andrà in scena un appuntamento davvero unico. A due giorni dall’evento accademico che vedrà il regista Massimo Manini ospite dell’Università di Bologna all’interno della Festa Internazionale della Storia, giunta alla XV° edizione, racconterà, sul palco del Liberty teatro aviglianese, la straordinaria storia di un giovane eroe bolognese, Mario Finzi, musicista ebreo che cambiò la sua vita per salvare tantissimi suoi correligionari dai rastrellamenti nazisti. In questo “ponte” tra l’Emilia e l’Umbria, c’è tutto il concetto di “comunità” che è alla base del percorso artistico del regista bolognese, ormai trapiantato in umbria, ad Avigliano Umbro, da più di 12 anni.

C’è tutto il valore e il significato dell’essere o fare “comunità” nel senso più esteso del termine in questo progetto. Da quella ebraica, universale e grande alla quale “il musicista-eroe” Mario Finzi apparteneva, a quella più piccola di Avigliano Umbro, nel cuore della verde Umbria. A questa comunità, e quindi a questo progetto, si sono poi unite altre persone della provincia ternana, senza le quali non il regista non avrebbe mai avuto modo di realizzare questo viaggio nella memoria, d’impegno civile. In una storia in cui si parla di Bologna, insomma, c’è tanto di questa regione, di questi luoghi: almeno in questa prima fase, servita per mettere insieme questi utilissimi “appunti” registici, necessari ad inquadrare meglio e circoscrivere il progetto cinematografico.

Sono state giornate intense, quelle passate a girare le scene “su e giù” per il territorio, da Narni ad Avigliano, da Sangemini a Bologna, con persone “normali” ma che per una volta hanno fatto gli attori, gli scenografi, i tecnici e gli attrezzisti, sapendo bene che si stavano prestando per una causa condivisa: dare il proprio contributo al progetto filmico. E in effetti, questo contributo c’è stato. Da chi ha guidato il pullman della Croce Rossa per muovere la troupe, a chi ha prestato una bicicletta o una macchina d’epoca, a chi ha concesso l’uso di spazi privati consentendone la trasformazione, a chi ha fotografato il tutto per documentare questo grande movimento di persone.

Gente, uomini, mamme coi loro bambini, che si sono messe in gioco per raccontare una storia, lontana da quella loro, ma molto vicina a tutti noi, che grazie a persone che allora compirono gesti straordinari come quelli di Mario Finzi, oggi godono di libertà. Eppoi i luoghi, i paesaggi, gli scorci, che attraverso l’obiettivo e l’occhio di Manini, sono diventati “suggestivamente” emiliani. E poi i produttori, persone sensibili e preparate, che hanno creduto in questo progetto e sono entrati nella “carovana” di questo diario che stasera sera verrà raccontato, assieme ad altre riprese effettuate a Bologna, con altri 2 bravissimi attori.

Non poteva quindi esser fatta in un momento diverso questa serata, dedicata alla gente di questa terra, che Lunedì 22 Ottobre, saranno simbolicamente assieme a Massimo Manini nel più prestigioso spazio accademico della storica università di Bologna: l’Aula Stabat Mater dell’Archiginnasio, dove sarà presentato in anteprima assoluta, il progetto cinematografico su cui Manini e i suoi produttori stanno lavorando.

Nell’ottica poi di una “comunità” che ha ben presente il senso della condivisione sottolineato da questo evento, la serata sarà anche un’occasione per raccogliere fondi che verranno totalmente devoluti ai lavori di restauro degli affreschi della Chiesa della SS.ma Trinità di Avigliano Umbro, che grazie all’interesse del parroco Don Piero, ha visto riaffiorare un piccolo capolavoro del ‘500.

Una serata intensa insomma, di quelle che valgon la pena di parteciparvi.”

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